La Versilia custodisce molti segreti che si lasciano scoprire a poco a poco: uno di questi è quello dei luoghi freschi anche in piena estate. Quando la canicola non lascia tregua e le spiagge sembrano troppo affollate, la Versilia nasconde dei posti speciali in cui cercare refrigerio. Uno di questi si trova sopra Camaiore ed è un vero paradiso per chi ama tuffarsi nei torrenti di acqua gelida, fare trekking avventurosi e per fotografi naturalistici. Stiamo parlando di Candalla e oggi ci spingeremo proprio sui suoi sentieri per conoscerla più da vicino.
Candalla: dove si trova e come raggiungerla
Candalla si trova a poca distanza dal centro storico di Camaiore, in una valle del versante versiliese delle Alpi Apuane meridionali. Tutto intorno a questa valle solcata dal rio Lombricese s’innalzano montagne che dal basso delle gole sembrano ancora più maestose, e pareti di roccia che sono la passione dei climbers versiliesi.
Raggiungere l’inizio del sentiero di Candalla è semplice, dal centro di Camaiore si sorpassa la superba Badia medievale, si prosegue per la via che conduce a Candalla e Casoli, si sale qualche tornante seguendo le indicazioni e, quando vedete la storica ferriera Barsi e l’Osteria Candalla siete praticamente arrivati. Lungo la Via di Candalla su un lato della strada c’è il divieto di parcheggio, quindi lasciate la macchina solo in una zona in cui è consentito e, in estate, avvaletevi del servizio navetta gratuito organizzato dal comune di Camaiore per evitare il traffico su queste stradine strette.
Candalla: le pozze, le cascate e il sentiero
Una volta parcheggiata l’auto, oppure scesi dalla navetta, dopo pochi metri si vede già un ponte in pietra e la prima pozza profonda, molto frequentata perché facilmente raggiungibile. Qui è molto probabile incontrare qualcuno che fa il bagno e che si esibisce in spettacolari tuffi dall’alto.
Se non avete voglia di condividere il bagno con tante persone o se siete in vena di fare un pezzo a piedi in un paesaggio a dir poco emozionante, superato il ponte, s’inizia a salire per un sentiero che poi si biforca: a destra si va alle pozze più interne di Candalla, a sinistra si prosegue verso Casoli.
Il percorso a piedi non è difficile da fare anche per i bambini più grandi ed è molto piacevole perché immerso nella natura e costellato di ruderi. Per quanto semplice, è consigliato indossare scarpe adatte per percorrere questo sentiero: anche se poi siete in vena di fare un bagno, le ciabatte non sono le calzature ideali per avventurarsi nel bosco.
La suggestione è amplificata da una parete scoscesa che incombe sui camminatori e che spesso è frequentata da esperti climber della zona. Sotto, dove scorre il torrente, è tutto un susseguirsi di pozze d’acqua fredda, cascatelle e piccoli canyon.
Lungo il percorso s’incontrano diverse spiaggette di sassi, che da un anno all’altro possono modificarsi perché è la natura a dettare legge. Qui potete accomodarvi con tappetini e asciugamani per poi fare il pieno di coraggio e immergervi in acqua.
Se, invece, decidete di proseguire, le prime rovine che si vedono spuntare tra la natura rigogliosa sono di un vecchio mulino. Il tetto è crollato e anche il resto della struttura è abbastanza fatiscente, ma la sua visione è comunque una specie di miraggio nel fitto della giungla.
Proseguendo lungo il sentiero che a tratti si fa scivoloso, si arriva alla prima delle cascate di Candalla e, poco dopo, altre spiaggette in cui cercare un po’ di riposo. Non è scontato trovare spazio per distendersi, quest’oasi di pace è abbastanza conosciuta dai locali e i posti non sono infiniti. Prima venite, più possibilità avete di non trovare affollato.
Il sentiero non è finito, prosegue distaccandosi dal torrente e s’inoltra in una natura ancora più rigogliosa, fatta di alberi maestosi che s’innalzano verso il cielo. Per tutto il percorso, il rumore dell’acqua accompagna la fatica, in un eterno fluire poetico e rigenerante. Potreste anche imbattervi in qualcuno che fa torrentismo, mentre discende il rio Lombricese con i piedi nell’acqua.
Proseguendo, ci s’imbatte in altri esemplari di architettura dismessa e avvolta dalla vegetazione, abbandonata alle intemperie del bosco. Si tratta di ruderi e rovine di quelli che furono i laboratori del passato, nati sul fiume per sfruttarne l’energia: opifici, mulini, frantoi, pastifici, polverifici sorti in prossimità del torrente Lombricese; i più antichi risalgono addirittura al XV secolo.
Un percorso, quindi , quello di Candalla, che appaga tutti i sensi in un mix di natura e storia assolutamente da non perdere.
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